Anche se è una collaborazione per noi molto importante, non parliamo spesso dei bambini malati che la fondazione inglese “Paul O’ Gorman Lifeline” e l’associazione ucraina “Tabletochki” fanno venire in Italia perché possano avere una possibilità di guarigione. Per alcuni di loro la speranza si realizza, per altri purtroppo no…
Una storia ve la raccontiamo, con il permesso della famiglia, anche perché in essa si intrecciano la storia personale e quella dell’Ucraina.
Racconta la mamma, Elena:
“Anna è la nostra unica figlia, attesa per ben 15 anni. E’ nata e cresciuta normalmente, ammalandosi di rado. Vivevamo a Lugansk. Io ed Oleg siamo entrambi medici e lavoravamo in ospedale.
Nell’estate del 2014 divenne per noi impossibile restare nella nostra città per i continui combattimenti. Anna non mangiava più e non dormiva più tanto era terrorizzata. Così decidemmo di prendere un treno e di andare senza sapere esattamente dove. Ci fermammo nella regione di Kiev, affittammo un appartamento e cercammo di abituarci alla nuova vita.
All’improvviso, come un tuono inatteso, Annuccia si ammalò. A marzo 2018 ci rivolgemmo al centro oncoematologico di Kiev dove diagnosticarono una malattia molto rara, la emoglobinuria parossistica notturna. Anna è il terzo bambino in Ucraina con questa diagnosi negli ultimi 20 anni. Con l’aiuto di Dio, grazie al fondo “Tabletochki” riuscimmo a presentare i documenti necessari al Ministero della salute e a pagare tutte le cure .
Ogni giorno ringraziamo Iddio per essere arrivati all’ospedale universitario di Verona dal dottor Cesaro e dal suo staff. “
Ora Anna sta bene, ma deve venire periodicamente per i controlli. Eccola che gioca e assieme alla sua mamma!
E’ in parte una storia che si ripete – abbandonare il lavoro, cercare aiuto senza sapere dove e poi arrivare in Italia sorretti solo dalla speranza-. In questo caso c’è di mezzo anche la guerra nell’Est dell’Ucraina, la paura della bambina, le cose terribili, così raccontava a voce la mamma, che un bambino non dovrebbe mai vedere…
Non è certo l’unica storia che vede sommarsi la guerra e la malattia: c’è la famiglia che non sa più se la propria casa esiste ancora, se vi potrà tornare, c’è quella della Crimea, lasciata ucraina e diventata russa, che non vorrà tornarci…