E’ interessante un aggiornamento, basato su dati ufficiali riferiti al 2017, della situazione ucraina per quanto riguarda il numero degli “internaty”, gli istituti nei quali vivono i bambini senza una famiglia o che non possono vivere nella propria famiglia.

Negli “internaty” si contano circa 106.000 bambini, ovvero l’1,5 per cento di tutti bambini ucraini (negli stati europei la media è dello 0,1%). Questa quantità è praticamente la stessa che si riscontrava nell’anno 2000, con la differenza che, mentre 18 anni fa, il 40% del totale era costituito da orfani (biologici o sociali), ora questa quota è soltanto dell‘8%.

Ad essere cresciuto, e di molto, è il numero dei bambini di famiglie che non sono in grado di mantenere i figli e che per questo si vedono costrette a cederli allo Stato, oppure alle quali è lo Stato stesso ad imporre di lasciare i figlio in istituto, anche se non toglie loro la potestà genitoriale). Si tratta di un segno evidente dell’aggravamento della situazione sociale nel Paese.

E’ anche da considerare che questi dati del 2017 si riferiscono ad un Paese ridotto territorialmente rispetto a quello di 18 anni prima, perché non tengono conto dei territori annessi o occupati dalla Russia (Crimea e Donbass).

Altro dato da tener presente per cogliere quanto sia pesante la persistenza di un così gran numero di bambini in istituto è il fatto che dal 2005 è in atto una la politica a favore delle adozioni e la sistemazione dei bambini in case-famiglie.

Gli “internaty”in Ucraina sono 753 e ospitano di solito da 100 a 300 bambini.