La fondazione umanitaria inglese “Paul O’Gorman Lifeline”, con la quale collaboriamo da più di un anno, ha come scopo quello di organizzare e finanziare le cure in Italia per bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina e dal Kirghisistan, un Paese poverissimo dell’Asia Centrale. I primi sono colpiti da varie forme di leucemia, i secondi soprattutto da tumori ossei agli arti, provocati dall’ambiente in cui vivono, contaminato dalle scorie nucleari depositatevi in epoca sovietica.

Per gli uni e per gli altri nei loro Paesi non ci sono cure. Ma, grazie a Lifeline, alcuni ospedali italiani – quelli di Verona, Torino, Genova, Bologna, Pavia – che hanno un livello di specializzazione molto elevato, accettano di accoglierli come pazienti.

Conoscere la storia di quei bambini, di quei ragazzi è affrontare una realtà molto pesante. Innanzi tutto le sofferenze  provocate inevitabilmente dalle cure. E poi le angosce dei genitori, consapevoli del fatto che non tutti i trapianti di midollo, unica speranza per i loro figli, riescono positivamente, o del fatto che per giocare, per camminare, per correre, i loro figli dovranno per sempre avere una protesi.

E quasi sempre, non c’è solo questo. Spesso le famiglie non solo non sono in grado di sostenere le spese altissime per le cure – attualmente pagate da “Lifeline” per i kirghisi e dal Ministero della salute ucraino per  gli ucraini.  Molti genitori, costretti ad accompagnare il figlio malato, lasciano il lavoro, vendono tutto quello che hanno. Non hanno nemmeno di che vivere per tutto il periodo di circa un anno delle cure in Italia, dove la vita è per loro molto cara. Anche per queste spese devono intervenire “Lifeline” e delle associazioni umanitarie ucraine, soprattutto “Tabletochki”.

Noi  forniamo un supporto amministrativo e burocratico. Diamo qualche piccolo contributo. Organizziamo qualche uscita per qualche famiglia. Diffondiamo qualche richiesta specifica (ad esempio, quella delle sedie a rotelle). Regaliamo qualche giocattolo.

E’ poco, perché le nostre risorse sono molto limitate. Ma vorremmo poter fare di più…