Il 24 agosto l’Ucraina ha celebrato l’anniversario della proclamazione della sua indipendenza, raggiunta nel 1991 quando l’Unione Sovietica collassò su se stessa. Una celebrazione, ma non un festeggiamento, vista la situazione in cui è attualmente il Paese, già privato della Crimea dall’annessione russa (e i Tatari di Crimea sono ora di fatto oggetto di persecuzione), e provato dalla guerra nel Donbass, dove i separatisti sono sostenuti dall’esercito russo.

Una guerra di cui non si parla anche se è tra quelle che hanno fatto più vittime negli ultimi 70 anni in Europa, dalla fine della II Guerra mondiale – così è scritto nella relazione pubblicata dalla Direzione per il coordinamento delle questioni umanitarie dell’ONU-. Lo stillicidio di morti non fa notizia, anche se ormai ha superato le 10.000 vittime, né fa notizia il milione e mezzo di sfollati interni dal Donbass, regione un tempo tra le più industrializzate, i cui centri abitati e le cui infrastrutture sono in gran parte distrutti.

Non è un caso che la tubercolosi sia dichiarata epidemica visto l’impoverimento di larghi strati della popolazione ( e per questo ci stiamo impegnando per il dispensario di Chernighiv).

Succede pure che per qualche bambino ucraino della Crimea o del Donbass malato di tumore, che la nostra associazione segue collaborando con “Paul O’Gorman Lifeline”,  il rientro a casa, dopo un anno di cure e di interventi, risulti problematico o fonte di preoccupazione. 

All’Ucraina indipendente auguriamo pace e prosperità, senza bisogno di eroi.